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copertina

«Si pesa dopo morto», Atti del convegno internazionale di studi per il cinquantenario della scomparsa di Umberto Saba e Virgilio Giotti, Trieste, 25-26 ottobre 2007, a cura di Giorgio Baroni, introduzione di Cristina Benussi, 2008, pp. 364, figure in bianco / nero (vol. XXVI, 2008, 1)

RIVISTA DI LETTERATURA ITALIANA · FASCICOLI MONOGRAFICI

Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma

Questo numero monografico della «Rivista di Letteratura Italiana» raccoglie gli Atti del Convegno Si pesa dopo morto, organizzato dall'Università di Trieste e dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, tenuto a Trieste nel novembre 2007, nel cinquantesimo anniversario della morte d'Umberto Saba e di Virgilio Ciotti. Critici e poeti, appartenenti a generazioni e scuole metodologiche diverse, hanno accettato l'invito a parlare di due scrittori che vantano ormai una ricca tradizione bibliografica, e che tuttavia in queste pagine sono stati nuovamente messi al centro di un confronto in grado di stabilire altre reciproche relazioni tra le loro opere, pur a lungo già indagate. Di Saba sono state analizzate poesie e prose, forme lunghe e brevi, favole, apologhi, epigrammi, lettere; dichiarazioni e reticenze su modelli e calchi letterari, rivelazioni ed omissioni per quanto riguarda la sua vita vissuta e quella narrata. Ne è uscito il ritratto vivo di un uomo e di un poeta che si nasconde e si svela clamorosamente in versi e racconti, che dissemina d'indizi provocatori i testi preparati per un lettore attento. Il patto narrativo che con lui stringe richiede gran perizia: fato o storia, tradizione o avanguardia, autoanalisi o autoinganno, letteratura o antiletteratura sono prospettive d'analisi che coesistono nel testo, e che, infatti, qui sono state puntalmente segnalate. Weininger, Nietzsche e Freud sono stati i filosofi con più frequenza evocati per far interagire Saba con chi, a Trieste, poteva nutrirsi dello stesso humus, vale a dire Svevo, Slataper, Stuparich, Marin, Bazlen, Kosuta. Sono stati chiamati in causa poi anche molti degli scrittori con cui il poeta ha stabilito rapporti lontani nel tempo o nello spazio: Omero, Petrarca, Leopardi, Heine, Baudelaire, d'Annunzio i crepuscolari, Proust, Pound, Sereni, Zanzotto, Penna e tanti altri. Il convegno di Trieste ha poi voluto verificare l'attualità del poeta soprattutto in quell'euroregione che distende tra Vienna, Lubiana e Zagabria le sue tradizioni culturali.
Virgilio Ciotti è stato analizzato nel suo rapporto con Saba, con cui ha condiviso l'origine, ebraica, e uno dei modelli poetici dichiarati, Petrarca. Ma Saba gli ha poi affiancato Leopardi, Ciotti, invece, Pascoli. Le differenze, caratteriali, psicologiche e culturali dei due sono state ben evidenziate, sia nell'analisi dei rispettivi 'congedi', che del diverso tipo di lingua: apparentemente colloquiale quella italiana di Saba, che familiarmente parla il dialetto, dialettale ma non vernacola quella di Ciotti, che nel parlato preferisce usare l'italiano. Spirito che nietzscheanamente si è caricato dei dolori del mondo, ha saputo affrontare temi epistemologicamente impegnativi grazie alla frequentazione di molti dei filosofi della modernità. Che analizzino i carteggi di Ciotti con Barile e Bazlen, che lo seguano nei suoi ultimi giorni, che colgano la specificità del suo rapporto con l' 'altro', tutti gli studiosi che ne hanno compulsato l'opera sono rimasti colpiti dalla grandezza di un uomo che ha saputo rendere universale il suo dolore personale: la povertà, necessario progetto esistenziale di semplificazione, coincide in lui, infatti, con la ricchezza del nocciolo duro, addensato e luminoso, della sua poesia.

Sommario: C. Benussi, Introduzione; E. Pecora, Paternità di Saba; A. Modena, Giotti e Saba; D. De Camilli, Da Umberto ad Ernesto; F. Brevini, Giotti, Saba e la tradizione triestina; G. Farinelli, La questione del crepuscolarismo nella raccolta Poesie di Umberto Saba; Ž. Djurić, Umberto Saba e Gabriele d'Annunzio (alcuni aspetti critici e testuali); P. Frassica, Gli 'alleati' di Saba; G. Baroni, Saba e Giotti: congedi; G. Alfano, «Lo diceva all'Italia». Sereni e Zanzotto leggono Umberto Saba; M. Pagliara, Umberto Saba ritrattista; P. Febbraro, La terza dimensione. Saba in prosa; A. Bellio, De cuor: affetti e colori; T. Heydenreich, Conversazioni in libreria; P. L. Ladrón de Guevara Mellado, La poesia di Saba in Spagna: presenza e problemi di traduzione; G. Ruozzi, Favole, apologhi, epigrammi, scorciatoie, raccontini: la morale breve di Umberto Saba; S. Bartoli, P.-H. Kucher, La (s)fortuna di Saba nel mondo austro-tedesco: fra l'assenza nella critica e i riflessi nella letteratura austriaca contemporanea; R. Ricorda, Un nuovo libro su Saba: Solitudine di Umberto Saba da «Ernesto» al «Canzoniere» di Alessandro Cinquegrani; F. Musarra, Solo… tra tanti: il caso Saba; P. Tuscano, Storia di un'amicizia: le lettere di Umberto Saba a Sandro Penna; A. Brambilla, Cinque poesie per il gioco del calcio: un esercizio di filologia sportiva; P. Ponti, «D'avverse/ forze piena sentii l'umana vita». Fato e fatalità in Saba; B. Van den Bossche, «Antico mare perduto…». Gli spazi del mito in Mediterranee; C. Gibellini, Ut poësis pictura: il Velier di Giotti padre e figlio; S. Ritrovato, Per un Ciaro de Luna. 'Lirica' e dialetto in Virgilio Giotti; P. Senna, Le cose viste. Per un'analisi dei Racconti di Virgilio Giotti; S. Assenza, Virgilio Giotti. Un tempo, una sola stagione; A. Giappi, La parabola di un testo. A mamma; M. Belén Hernández González, Il romanzo di Saba tradotto in Spagna; R. Esposito, Saba e Giotti. Proposta di un'analisi intertestuale; P. Baioni, Virgilio Giotti e la dolce attesa della morte; C. Marasco, I luoghi e i tempi della scrittura. Note su Italo Svevo e Umberto Saba; M. Vercesi, Biagio Marin interprete di Virgilio Giotti; C. Tagliaferri, «Ombre d'i mii fioi». Umanità e poesia di Virgilio Giotti padre; I. Caliaro, Saba, Slataper e la poetica dell'«onestà»; F. Strazzi, «La ferovia coreva,/ corevo mi». In viaggio con Virgilio Giotti; L. Baldoni, Vecchio e giovane: omoerotismo e narratività nel terzo volume del Canzoniere; M. Košuta, Incontro con Saba: l'italo e lo slavo; S. Roić, Saba letto e tradotto in Croazia; C. Grisancich, Il 'paradiso' di Virgilio Giotti (1885-1957); D. Picamus, «L'uomo non mi piaceva meno del poeta». Sull'amicizia tra Angelo Barile e Virgilio Giotti; L. Guidobaldi, Saba 'biografo di sé' in Storia e cronistoria del Canzoniere; R. Trevisani, Le voci discordi di un poeta, interpretazione grafologica della scrittura di Umberto Saba; R. Norbedo, Incontri epistolari tra Umberto Saba ed Ezra Pound; F. Russo, Saba e il nodo del 'vero'; F. Cenetiempo, Millenovecentocinquantasette. Le carte sparse di Virgilio Giotti; F. Senardi, I Versi militari di Umberto Saba: un battesimo nella nazione; R. Dedenaro, Incontrare Saba; R. Cepach, «Il primo dei poeti minori». Sulle lettere di Saba ad Aldo Fortuna. In occasione di una mostra; M. Caselli, In seconda persona: identità e trascendenza in Virgilio Giotti; S. Adamo, Il peso del poeta: rimorsi e scrittura nell'opera di Saba; T. Rojć, Umberto Saba e Miroslav Košuta: due voci parallele; B. Sturmar, «Questo che tu hai dipinto è il volto mio». La ritrattistica sabiana; G. Semacchi Gliubich, Sei donne per un poeta; E. Rampazzo, Tra 'verità della vita' e 'verità della poesia': Sera e l'elegia Ai mii fioi morti.

Composto in carattere Dante Monotype.
Formato 17 x 24,5. Copertina in cartoncino Murillo Fabriano senape con stampa a due colori. Sovraccoperta in cartoncino Ingres Fabriano bianco con stampa a due colori.

Brossura / Paperback: Euro 120.00 Acquista / Buy

ISBN: 978-88-6227-058-8
ISSN: 0392-825X
SKU: 2345

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