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copertina

10 - Alberto Martino, Per una sociologia empirica della letteratura del Siglo de Oro. Tentativo di ricostruzione del contesto sociale, 'ideologico' e letterario della Pícara Justina, 2010, voll. 2, pp. XVI-906 complessive, figure in bianco/nero n.t.

COLLANA DI TESTI E STUDI ISPANICI Fondata da Guido Mancini, diretta da Loreto Busquets, SEZIONE II. SAGGI
Cm. 16,3 x 24,2, bross.

Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma

La Pícara Justina è considerata un'opera oscura, ambigua, enigmatica, complessa e inintelligibile. Non sono soltanto le difficoltà lessicali, i 'concetti', le allegorie e i 'geroglifici' (simboli, emblemi, empresas), le agudezas, i giochi di parole, i neologismi, gli idiotismi e i modi di dire popolari a rendere l'opera, scritta negli anni in cui la Corte spagnola di Filippo III risiedette a Valladolid (1601-1606), «uno de los libros más difíciles del Siglo de Oro», ma soprattutto la complessità del suo contesto sociale, 'ideologico' e letterario. In questo volume l'Autore tenta di ricostruire appunto questo contesto, la cui conoscenza è assolutamente necessaria per una corretta lettura del romanzo. Il Siglo de Oro: conosciuto come una società di 'caste', totalmente chiusa e priva di mobilità ascendente e di capacità d'integrazione sociale, di assimilazione culturale e religiosa e di amalgamazione biologica, società della emarginazione e della discriminazione razziale, società 'sclerotizzata' dall'ossessione collettiva della 'purezza di sangue'. Dopo aver affrontato l'irrisolto, sino ad oggi, problema della paternità della Pícara Justina e dopo aver esposto le interpretazioni che dell'opera sono state date finora, Alberto Martino dimostra la falsità di queste idee, tramite l'analisi di una amplissima massa di dati concreti. Documenta che l'indice di mobilità sociale ascendente nella Spagna del XVI e dei primi decenni del XVII secolo era elevato, che la sua società non era affatto immobile, ma 'aperta', e che l'influsso dei famosi Estatutos de limpieza de sangre sulla vita degli spagnoli, alle prese con problemi ben piú gravi e vitali, era del tutto trascurabile, essendo limitatissimo il loro campo di applicazione 'teorica' e quasi nulla la loro reale efficacia pratica. Si rivela cosí del tutto inconsistente e addirittura assurda la diffusissima interpretazione 'sociologica' della novela picaresca come rappresentazione letteraria della chiusura ermetica della società, della assoluta impossibilità dei roturiers di realizzare un'ascesa sociale e, in particolare, della completa emarginazione dei conversos. In realtà la letteratura picaresca nasce e si sviluppa proprio come reazione alla disgregazione della tradizionale stratificazione della società - divenuta fluida e permeabile per il potere sempre piú assoluto del denaro -, come reazione al fenomeno della eccessiva mobilità sociale e della eccessiva proliferazione delle nobilitazioni, autentiche o usurpate, e, infine, come reazione alla vistosa, rapida ascesa sociale di un gran numero di convertiti di origine ebraica. Con questa ricerca 'empirica', basata sulla elaborazione di dati tratti da fatti verificati e verificabili e da indicatori sociali rappresentativi, il volume vuole così contribuire al rinnovamento della sociologia della letteratura spagnola del Siglo de Oro, prigioniera troppo spesso di astratte speculazioni, di aprioristici schemi ideologici, di postulati dogmatici e di idee preconcette, che fanno velo alla 'verità effettuale delle cose'.

Sommario: Volume I. Prefazione. Capitolo I. La paternità della Pícara Justina. Un problema irrisolto: Il problema della paternità della Pícara Justina. Tre autori per una sola opera: a) Fray Andrés Pérez O. P.; b) Francisco López de Úbeda; c) Fray Baltasar Navarrete O. P. Capitolo II. Un'opera 'oscura'. Le interpretazioni della Pícara Justina: Da Gregorio Mayáns y Siscar ad Alberto del Monte. Oltre due secoli di incomprensione; Il primo tentativo di comprensione 'storica': l'interpretazione di Marcel Bataillon: a) Francisco López de Úbeda, un convertito di origine ebraica; b) Ritratto dell'autore; c) La Pícara Justina come strumento di propaganda pro-calderoniana: c1) Incompatibilità della tesi di Marcel Bataillon con il contenuto 'ideologico' dell'opera; c2) La Pícara Justina un attentato letterario contro il favorito del favorito? I nemici del Duca di Lerma e di Don Rodrigo Calderón; d) La Pícara Justina come satira della ossessione genealogica dei cortigiani: d1) Incongruenze della interpretazione di Marcel Bataillon: a) Montañesa, cioè hidalga?; b) Ossessione genealogica dei cortigiani? La composizione della Corte; Le interpretazioni della Pícara Justina dopo Marcel Bataillon : i suoi seguaci. I; La dottrina nobiliare e l'immagine della nobiltà nel Siglo de Oro. Una digressione; Le interpretazioni della Pícara Justina dopo Marcel Bataillon: i suoi seguaci. II; Le interpretazioni 'carnevalesche' della Pícara Justina; Justina e la religione. Una digressione; Le confutazioni della interpretazione di Marcel Bataillon. Capitolo III. Cosa era Don Rodrigo Calderón nel 1604?: Un grande signore o un semplice ayuda de Cámara?; Secretario de la Cámara del Rey?; L'esaltazione di Don Rodrigo nella dedica della Pícara Justina e la sua discrepanza con la realtà concreta; Un'ipotesi azzardata: Don Rodrigo Calderón Vargas y Camargo è Vargas-Machuca? Capitolo IV. Fra emarginazione e integrazione. La condizione dei conversos nella società toledana: Francisco López de Úbeda, un medico converso?; Il processo di integrazione sociale, di assimilazione culturale e religiosa e di amalgamazione biologica dei conversos nella città di Toledo; Problematicità dei tentativi di tracciare una tipologia dei convertiti di origine ebraica: a) Le tipologie dei conversos elaborate dagli studiosi moderni; b) Stereotipi coniati, o testimoniati, dagli scrittori del XV-XVII secolo. Capitolo V. Gli Estatutos de limpieza de sangre. Il piú grave problema della società spagnola?: Il dibattito sugli Estatutos de limpieza de sangre; Marginalità del problema della purezza di sangue; I concreti, reali e gravi problemi della società spagnola. Volume II. Capitolo VI. Mobilità sociale, integrazione, assimilazione e amalgamazione. Una società 'aperta': La mobilità sociale; Integrazione sociale, assimilazione culturale e religiosa, amalgamazione biologica. Una società 'aperta'; Mobilità sociale e genesi della picaresca. Capitolo VII. Una società apicarada: Il potere del denaro; La Corte a Valladolid (1601-1606); La 'conversazione' delle dame castigliane; Comportamenti trasgressivi della nobiltà: risse, duelli, episodi 'picareschi'. Capitolo VIII. Il contesto letterario della Pícara Justina: Libri di facezie, repertori di 'burle', di buffonerie, di motti e di arguzie, novelle; I trattati italiani del comportamento e l'ideale del cortigiano 'faceto'; Le lettere facete; La poesia giocosa e burlesca; Lirica popolare intessuta nella Pícara Justina; La letteratura celestinesca; Entremeses e farse; Letteratura misogina; Letteratura del gioco e dell'intrattenimento. Letteratura satirica degli umanisti. Letteratura folklorica. Letteratura carnevalesca. Commedia dell'Arte; Geroglifici ed emblemi; I discorsi e gli elogi burleschi delle Università e delle Accademie letterarie; La diffusione del costume di motejar, apodar, dar matraca, echar pullas, dar vayas, fisgar e burlar; La lettura a Valladolid e a Salamanca; Le corrispondenze fra la Pícara Justina e il Buscón: affinità spontanee o gioco intertestuale?; Letteratura agiografica e oratoria sacra. Conclusione. Bibliografia: A. Bibliografie. Cataloghi di biblioteche. Lessici. Raccolte di proverbi. Enciclopedie letterarie. Dizionari storici, sociologici, biografici e genealogici. B. Edizioni della Pícara Justina. C. Traduzioni della Pícara Justina. E. 'Documenti' manoscritti vari (documenti anagrafici, ruoli municipali di contribuenti, autobiografie, memorie, memoriali, decreti, etichette di Corte, pareri, genealogie, 'prove genealogiche', diari, 'discorsi', 'colloqui', 'dialoghi', 'libri verdi', pamphlets, letteratura religiosa, lettere, carteggi, relazioni, 'gazzette', cronache, annali, petizioni, atti di Accademie, atti notarili, atti giudiziari, ecc.), editati dal 1855 ad oggi. F. Cronache. Storie di città. Relazioni. Libelli. Miscellanee. Autobiografie. Biografie. Agiografie. Dottrina nobiliare. Filosofia morale. Precettistica grammaticale, stilistica, retorica e poetica. Trattati del comportamento. Letteratura religiosa, giuridica, storiografica, politica, pedagogica, misogina, economica, scientifica, emblematica, ecc. G. Lirica. Narrativa. Teatro. Satira. 'Gallos'. 'Vejámenes'. Raccolte di 'detti', facezie, arguzie, aneddoti e sentenze. Letteratura burlesca e folclorica. H. Studi (Storia e critica della letteratura. Storia della lettura e del libro. Storia della tipografia. Storia politica, finanziaria, economica e sociale. Storia delle istituzioni. Storia delle élites. Storia delle Corti. Storia degli Ordini Militari. Storia delle città. Storia del diritto. Storia della nobiltà. Storia della borghesia. Storia della povertà e della emarginazione. Storia della criminalità. Storia degli ebrei. Storia dei moriscos. Storia dell'agricoltura. Demografia. Sociologia. Antropologia. Storia delle idee e delle mentalità. Storia della scienza. Storia della Chiesa, dell'Inquisizione e dei movimenti spirituali. Storia della cultura. Storia dell'arte, ecc.).

Composto in carattere Dante Monotype.
Formato 17,5 x 24,7. Legatura in brossura pesante in cartone in tondo Magnani blu con impressioni in oro; sovraccoperta in cartoncino Murillo Fabriano verdone con stampa a due colori.

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ISBN: 978-88-6227-313-8
E-ISBN: 978-88-6227-314-5
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SKU: 2540

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