22 - Francesco Ursini, Una poetica della dissimulazione. Verità e finzione nelle Metamorfosi e nelle altre opere ovidiane, 2021, pp. 188
QUADERNI DELLA «RIVISTA DI CULTURA CLASSICA E MEDIOEVALE»
Collana diretta da Liana Lomiento
Cm 17,5 x 25
Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma
Le molteplici declinazioni di quell’ampia regione intermedia tra la verità e la menzogna che può prendere, di volta in volta, la forma del non detto, del sottinteso, dell’ambiguità, della simulazione e della dissimulazione è stata oggetto, negli ultimi decenni, di particolare attenzione da parte degli studiosi di letteratura, anche sulla scorta dell’interesse suscitato dalle acquisizioni della pragmatica della comunicazione e dalla loro applicazione allo studio dei testi letterari. L’idea di uno stratagemma deliberatamente messo in atto al fine di ottenere uno scopo rappresenta un elemento presente nel complesso della produzione poetica ovidiana; in essa è pervasiva la centralità del tema della finzione, nelle diverse gradazioni che dalla menzogna vera e propria sfumano, progressivamente, attraverso forme più indirette e attenuate di alterazione della verità, fino alla semplice omissione di quest’ultima. La possibilità della dissimulazione percorre come un filo rosso l’intera opera di Ovidio, e al suo interno essa rappresenta un nucleo tematico così costante e ricorrente da tradursi in elemento di poetica, meritevole, in quanto tale, di specifica attenzione. In questo volume il motivo della dissimulazione nell’opera ovidiana è affrontato da tre prospettive differenti. Il primo capitolo è un’analisi dell’episodio di Tereo, Procne e Filomela nel sesto libro delle
Metamorfosi: soffermandosi su ciascuno dei tre personaggi principali, in relazione al rapporto di ciascuno di loro con le dinamiche della dissimulazione, esso analizza il contrasto tra realtà e apparenza. Il secondo capitolo è uno studio semantico-esegetico delle numerose occorrenze del verbo
dissimulo, e dei termini da esso derivati, nell’intero
corpus delle opere di Ovidio. Nel terzo capitolo vengono presi in esame tre episodi delle
Metamorfosi – quelli che vedono protagonisti, rispettivamente, Morfeo, Vertumno e Cipo – accomunati, al di là delle rispettive peculiarità, dalla presenza di una forma di dissimulazione che viene messa in atto ‘a fin di bene’. Seguono infine tre appendici, nelle quali sono affrontati argomenti paralleli o tangenziali in alcuni poeti precedenti a Ovidio (in particolare Virgilio, Orazio e Tibullo).
Sommario:
Introduzione. Una tragedia della dissimulazione (
met. 6, 424-674):
Premesse critiche e metodologiche;
Il «barbaro» dissimulatore;
La parresia di Filomela;
La «gioia crudele» di Procne;
Sotto il velo dell’apparenza. Sondaggi lessicali:
Premessa;
Dissimulare comportamenti illeciti;
Dissimulare eventi avversi;
Dissimulare le virtù;
Dissimulare i sentimenti;
Dissimulare l’identità;
Ingannare sé stessi. La dissimulazione come strumento di verità:
Premessa;
Morfeo (met
. 11, 633-673);
Vertumno (met
. 14, 623-771);
Cipo (met
. 15, 565-621);
La possibilità di un lieto fine. Appendici:
Appendice I. Dissimulazioni amatorie prima di Ovidio;
Appendice II. Dissimulare l’ironia;
Appendice III. L’età moderna e il grande assente.
Indice dei passi di autori antichi.
Indice dei nomi antichi.
Indice analitico.
Bibliografia.
Composto in carattere Serra Manuzio.
Legatura in brossura pesante con copertina in cartone Murillo Fabriano blu scuro con impressioni in oro. Sovraccoperta in cartoncino Tiziano Fabriano muschio con stampa a due colori.
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ISBN: 978-88-3315-331-5
E-ISBN: 978-88-3315-332-2
ISSN: 2724-5411
SKU: 3618
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