5 - Chiara Portesine, «Una specie di Biennale allargata». Il giuoco dell’ecfrasi nel secondo romanzo di Edoardo Sanguineti, 2021, pp. 140 con 35 figure in bianco/nero n.t.
QUADERNI DI «LETTERATURA & ARTE» Collana diretta da Marcello Ciccuto, Francesco Divenuto, Francesco Furlan, Pasquale Sabbatino
Cm. 17,5 x 25, bross
Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma
Nel panorama bibliografico degli scritti sul
Giuoco dell’Oca la novità immediatamente evidente in questo volume riguarda lo spazio destinato all’ecfrasi, considerata non soltanto una strategia retorica occasionale e decorativa ma il vero motore costruttivo del secondo romanzo sanguinetiano. Attribuire all’ecfrasi la funzione di istituire l’unico legante macrotestuale tra le diverse caselle significa invertire i ruoli tra descrizione (ancillare e digressiva) e testo centrale (che spesso letteralmente non esiste al di fuori dell’imitazione scrupolosa della fonte visiva). La metodologia adottata per questo lavoro consente di attraversare retrospettivamente anche il primo romanzo licenziato da Sanguineti,
Capriccio italiano, riconoscendovi già i germi di una progressiva sostituzione dell’innesco visivo al più tradizionale ammiccamento letterario. Oltre a pianificare una sorta di tracciamento enigmistico delle fonti, il volume si è prefisso il compito di indagare i motivi (culturali o teorici) per cui ciascuna immagine sia stata selezionata e accolta in questa pinacoteca novissima, in un gioco governato non dalla casualità delle libere associazioni surrealiste, ma dalla volontà di fornire al lettore del 1967 uno specchio in cui guardare il riflesso della propria enciclopedia visuale (dalla Pop Art ai manifesti pubblicitari). (Dall’
Introduzione)
Sommario:
Premessa (Marcello Ciccuto). Introduzione:
Scrivere romanzi, giuocare
all’ecfrasi;
«Ciò che deve convenirsi prima di iniziare la lettura»: percorsi, tappe obbligate e cicli narrativi. Analisi dei capitoli: 1.
Premessa metodologica; 2.
Mario Ceroli e la Cassa
del romanzo (I, V, IX); 3.
Le fonti trouvées
: il servizio su Michael Andrews di «Art and Literature» (II, XXVIII); 4.
Il «ciclo di Marilyn» (IV, XXXIV, LXXXIII); 5.
«Una specie di vocabolario simbolico»: le illustrazioni tratte da Psicologia e alchimia
(XLV, LXX) e dai Simboli della trasformazione
di Carl Gustav Jung (VII, XI); 6.
Le stampe popolari: Il sedazzo della morte
(XVIII) e il Paese di Cuccagna
di Giuseppe Cocchiara (CIII); 7.
L’eredità del Gruppo 58: Sergio Fergola (XL) e Mimmo Paladino (LI); 8.
Il romanzo-combine
: la presenza ingombrante di Robert Rauschenberg (XLIV, LXII, LXV, LXXIII); 9.
I Mobiles
di Enrico Baj e l’ecfrasi del catalogo come contenitore editoriale (LIII); 10.
Per una storiografia del collage
: John Heartfield (LXIII) e Kurt Schwitters (XCIV); 11. La nave dei folli
e il «canto» di Hieronymus Bosch (LXVIII); 12.
«Si integra tutto, da solo»: l’ecfrasi come riparazione nel décollage
di Mimmo Rotella (LXXVIII); 13.
I materiali pop: la cartellonistica pubblicitaria (LX) e i giocattoli (LXXIX); 14.
Boris Lurie e il voyeurismo ecfrastico dei corpi (XLII, LXXXII); 15.
La performance
del lettore: Sylvie
di Öyvind Fahlström (LXXVII); 16.
L’ecfrasi alle soglie dell’oggetto: l’happening
newyorkese di Allan Kaprow (XVI) e il cinema disegnato di Magdalo Mussio (CII, CV, CIX). Conclusioni:
Qualche ipotesi laterale;
«È una parola che è FINE»: appunti per una conclusione. Crediti fotografici.
Composto in carattere Serra Baskerville.
Formato 17,5 x 25. Legatura in brossura pesante con copertina in cartone Murillo Fabriano blu scuro con impressioni in oro e sovraccoperta in cartoncino Chagall Cordenons camoscio con stampa a due colori.
Brossura / Paperback: Euro 34.00 Acquista / Buy
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ISBN: 978-88-3315-343-8
E-ISBN: 978-88-3315-344-5
ISSN:
SKU: 3626
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