La coscienza del tempo e della storia, a cura di Vincenzo Caputo e Francesca Castellano, 2022, pp. 196 con figure in bianco/nero n.t. (Anno 20, 2022)
STUDI RINASCIMENTALI · FASCICOLI MONOGRAFICI
Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma
Risulta evidente, dall’analisi dei saggi qui editi, che sotto l’etichettatura de
La coscienza del tempo e della storia si sono raccolte indagini diverse, per impostazione e per interessi critici. Si tratta di casi di studio attraverso i quali è possibile evidenziare gli usi variegati e molteplici che letterati, artisti e filologi fanno di tale duplice ‘coscienza’. C’è comunque una generale e comune scenografia sulla quale si staglia il complesso legame tra scrittura e storia, letteratura e tempo: vale a dire la funzione altissima che la scrittura si arroga in Età Moderna nei confronti del fluire degli eventi, siano essi quelli del tempo soggettivo siano essi quelli di grandi e traumatici avvenimenti. Alla scrittura è affidato il compito di rendere immortale ciò che il tempo è destinato inevitabilmente a distruggere: la coscienza del tempo e la coscienza della storia necessitano di uno scrittore che le fissi in modi certi sulla carta, consentendo all’una e all’altra di superare il rischio altissimo di un loro definitivo oblio. Da Petrarca a Cellini, la ‘coscienza del tempo’ viene riportata alle questioni legate alla sua fugacità, alla consapevolezza del suo vacillare e alla tendenza a rielaborare in chiave soggettiva eventi storici realmente accaduti. A tale approccio si affianca la questione della ‘coscienza della storia’: in tal caso la scrittura si pone il compito di registrare il passato, immortalarlo e dare conto di strappi e metamorfosi dovuti a specifiche questioni; è un passato che spesso assume un valore esemplare per chi lo rilegge, come nel caso della dimensione politica del
Decamerone o gli scritti storici di Atto Vannucci. All’interno di questo numero monografico sono presenti infine contributi dal taglio più specificatamente filologico. In tal caso il ‘tempo’ e la ‘storia’ rappresentano elementi fondamentali per riflettere su specifiche tradizioni testuali o per indagini su scritti ancora da identificare.
Sommario: Vincenzo Caputo, Francesca Castellano,
Presentazione. Giovanni De Vita,
La brigata tra virtù e conflitto. Alcune considerazioni sull’esperienza politica del Decameron; Jessica Ottobre,
La porta Capuana di Napoli: per una storia dell’antica porta urbica alla luce delle fonti letterarie tra Medioevo e Rinascimento; Nicoletta Rozza,
Intimilla e la sua cagnolina Acme nei Varia poemata
di Giano Anisio (1531); Luca Badini Confalonieri,
Per l’ufficio di san Lazzaro scritto da Bandello; Francesca Castellano,
Metamorfosi di un artista. Benvenuto Cellini e il sacco di Roma; Vincenzo Caputo,
«Napoli ritratta in carte». Il dialogo di Giovanni Tarcagnota (1566); Pasquale Sabbatino,
«La penna d’un disegnatore»: la voracità del tempo e la funzione della scrittura nelle Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani
(1550) di Vasari; Federica Condipodero,
Le epistole inedite di Nicolò Franco. Appunti per un’edizione critica e commentata del Quarto libro delle lettere
(Vat. Lat. 5642); Andrea Talarico,
L’edizione delle Rime burlesche
di Giovan Francesco Ferrari (1570). Il Rinascimento nell’Otto e nel Novecento: Andrea Salvo Rossi,
Morti (e rinascimenti) della libertà: Atto Vannucci e il mito ‘neo-ghibellino’ della Repubblica di Firenze; Elisa Tinelli,
L’orologio del Petrarca: note a margine del saggio di Gianfranco Folena (1979).Composto in carattere Serra Dante.
Formato 17 x 24.
Legatura in brossura con copertina in cartone pesante Murillo Fabriano blu scuro con impressioni in oro. Sovraccoperta in cartoncino Murillo Fabriano grigio chiaro con stampa a due colori.
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ISBN: 978-88-3315-460-2
E-ISBN: 978-88-3315-465-7
ISSN: 1724-6164
SKU: 3770
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